Continuando con questo viaggio nei videogames del passato, non ho potuto fare a meno di ricordare un altro titolo affascinante che ha segnato profondamente la mia infanzia ed al cui solo pensiero vado talmente indietro quasi da finire in una realtà alternativa.
Una realtà in cui nei negozi c'erano computer Commodore Amiga, macchine sorprendenti che sembravano poter schiacciare la concorrenza.
Quasi come in un ingenuo gioco di parole riporto alla mente Flashback, anche conosciuto come Flashback: the quest for identity, un capolavoro del 1992 ancora oggi capace di meravigliare, con quella grafica fatta di pochi pixel ma "dipinti" rigorosamente a mano, e animazioni realizzate con l'uso del rotoscopio, capaci di dare un realismo mai visto.
In occasione del ventennale, nel 2013 Ubisoft rilascia il remake, realizzato da VectorCell, software house francese nata dalle "ceneri" di Delphine Software International.
Un'occasione irrinunciabile per un tuffo nei ricordi ma con la grafica in HD.
La prima cosa che colpisce di Flashback 2013 (lo chiamerò così per comodità) è ovviamente la prima cosa che si vede: la grafica.
Tutto il comparto visivo appare aggiornato secondo gli standard odierni, ma al tempo stesso rimanendo fedele al gusto ed alla struttura originali. La grafica degli ambienti ricalca molto bene l'atmosfera di un tempo e i più "vecchi" proveranno una certa nostalgia nel ripercorrere gli stessi luoghi.
Ci troviamo di fronte al medesimo platform con fasi di shooting, in cui queste ultime sono state riviste.
Se Flashback imponeva un'approccio più cauto nell'avanzare, complice la difficoltà elevata unita ad una certa macchinosità negli scontri a fuoco, in Flashback 2013 è stato tutto velocizzato.
Grazie ad una maggiore manovrabilità del personaggio e ad un sistema di puntamento immediato e più intuitivo, gli scontri a fuoco sono diventati molto più veloci e gli stessi nemici più numerosi.
In questa nuova versione c'è molta più azione.
Il vecchio e il nuovo. Si avverte piuttosto chiaramente la "presenza" del team di sviluppo originale.Ma non sono stati solo i controlli ad aver beneficiato di una revisione. Altre aggiunte importanti sono la possibilità di salire di livello e un serie di aiuti tra cui una mappa con navigatore incorporato.
Se sulla prima possibilità nulla da eccepire, in quanto risulta più stimolante poter migliorare alcune abilità di Conrad o dell'equipaggiamento, la presenza della mappa (è possibile disabilitarla però) potrebbe togliere una delle caratteristiche del gioco originale, quel "labirinto" che era parte della sfida stessa.
Paul Cuisset deve sicuramente aver pensato che una "svecchiata" al gioco era necessaria per renderlo attuale, ma il problema è che tutti questi "aggiornamenti" rendono il gioco incredibilmente breve, qualcosa come 4 o 5 ore.
Flashback infatti non è un gioco lungo di per se, ma lo diventa proprio perchè ogni livello è un enigma, ed un ogni azione va ponderata bene e un errore costringe a ripetere il livello daccapo, complice il sistema di salvataggio un po' ostico.
Veniamo infine ad un'altra differenza sostanziale, forse quella un po' più difficile da digerire: Conrad.
Una delle cose che più mi affascinava in Flashback era il protagonista, un personaggio enigmatico, ma non privo di carisma. Forse anche grazie ai limiti della grafica dell'epoca, che in qualche modo facilitava l'immedesimazione, abbiamo imparato ad affezionarci a lui.
Anche la sua vulnerabilità negli scontri a fuoco lo rendeva in qualche modo più realistico, più umano, affrontare un nemico armato non era mai una situazione da sottovalutare.
Conrad nel 2013 sembra aver preso qualcosa da Nathan Drake.
E' più chiacchierone, più scavezzacollo, tende a fare qualche battuta per sdrammatizzare determinate situazioni. Insomma sa essere abbastanza insopportabile, soprattutto per il fatto che non è Nathan Drake ma un tentativo di emulazione.
Sembra che gli sviluppatori abbiano stereotipato eccessivamente il protagonista per renderlo più appetibile ai videogiocatori più giovani, uno stratagemma un po' troppo palese.
Purtroppo però, non è solo l'aspetto esteriore il problema. Anche la vicenda è raccontata in maniera un po' confusa, utilizzando delle vignette a fumetti come intermezzo, espediente certamente interessante, ma perdendo parte del pathos e della cupezza della versione originale.
Però, dulcis in fundo, nel menù iniziale troveremo una bella sorpresa: è inclusa la versione originale di Flashback!
Ma anche qui purtroppo l'idea è stata buona solo a metà: non comprendo infatti la scelta di visualizzare il gioco in un cabinato da bar.
Prima di tutto perchè mi sembra inutile sacrificare tutto quello spazio nello schermo (non ha senso il discorso dei pixel che sgranano, si vedono ugualmente), e secondo... perchè mai un cabinato da bar? Flashback girava su pc e su console, mica in sala giochi. Una sorta di tributo agli anni 90?
In conclusione, Flashback 2013 è senza dubbio divertente e piacevole da giocare, gli scontri a fuoco non sono mai eccessivamente impegnativi e gli enigmi sono sempre abbastanza semplici.
La sensazione però è che quello che era un capolavoro all'epoca sia diventato semplicemente un giochino carino. Peccato, soprattutto perchè sapendo che allo sviluppo hanno partecipato alcuni membri del gioco originale, speravo in qualcosa di più.
Ma forse, giudizi a parte, per Paul Cuisset e gli altri è stato semplicemente un modo di tornare indietro nel tempo, a quando c'era ancora una certa Delphine Software International agli albori che sfornava titoli indimenticabili.
Nessun commento:
Posta un commento