Da un po' di tempo mi frulla in testa un certo pensiero.
Possiedo una connessione internet da più di 10 anni, sono passato dal malefico modem da 56k fino all'ADSL flat. Posso dire di aver assistito a parecchi mutamenti di internet nel corso di questi anni.
Una volta se avevi una squallida pagina web eri considerato "avanti" per la gente, ora se non hai un profilo facebook non sei nessuno. Perchè diamine, chiunque ha un profilo Facebook!
Adesso non essere sulla rete sembra metterti in 2 categorie: "vecchio sfigato" o "virtuoso che sa rinuciare ai beni materiali". O forse anche una terza, ovvero "non me ne frega nulla".
Ma a prescindere dai discorsi di insiemistica, c'è un altro argomento che mi desta particolare interesse (oltre che preoccupazione) che può essere riassunto in una domanda:
Ma chi pubblica cose su internet è realmente consapevole di quello che sta facendo?
Visibilità. Il dono che abbiamo avuto dall'ingigantirsi della Rete è stato questo. Oggi, con pochi euro hai una connessione e con pochi click ti apri un blog. GRATIS!
E quello che vogliamo possiamo farlo vedere. A tutti.
Come? Aspettate un attimo.... a tutti? Ma proprio a tutti? Ma dai, mica il mio datore di lavoro... o la mia ex... o quel tipo che mi sta sulle balle... ti pare che loro vengono a farsi i cavoli miei... ah, dite di si...? Forse quella foto dovrei levarla... forse anche quell'articolo dove dico quello che penso...
Non so, forse altri come me si sono fatti questo discorso: io personalmente, se giro sulle varie community o forum ho l'impressione che molta gente (soprattutto ragazzi) non abbiano ben capito che tutta questa visibilità nasconde qualche controindicazione, soprattutto in mancanza di un reale "filtro" sui contenuti. Non parlo semplicemente di immagini o dichiarazioni forti, parlo proprio di far sapere al Mondo Intero (già) gli affari nostri. Che a molti non interessano, ma qualcuno potrebbe in qualche maniera strumentalizzare.
Sono "tracce" che lasciamo che non si cancellano realmente, anche chiudendo un account.
Oggi sembra quasi normale visitare il blog di un amico e vedere le sue foto e magari rendersi conto che "un certo giorno ha fatto quella cosa e non mi ha detto niente". Sembra normale dover per forza farsi i cazzi di tutti e pretendere spiegazioni.
Oppure, per contro, pubblicare delle foto "divertenti" ma equivoche e pensare che nessuno le veda, o che stupidamente "non le veda proprio quello li" perchè se le vede son dolori. Ma io dico, ma perchè non te le sei tenute nel tuo album di ricordi, come si faceva negli anni 90?
Una voglia di farsi vedere che nasconde un tranello, insomma.
Ed io? Certo, perchè scrivo in un blog? Non mi metto in mostra? Certo... mi metto in mostra eccome, perchè nel mio piccolo sono vanitoso. Però lo faccio:
1) Per diffondere i miei lavori, perchè non ha senso non sfruttare la visibilità di internet per aumentare contatti di alcune tipologie di lavoro.
2) Se mi dedico a pratiche meno utili cerco di farlo senza mettere di cui un giorno me ne potrei pentire, come farei in una qualsiasi chiacchierata con persone che non conosco, evitando quindi argomenti potenzialmente imbarazzanti.
Sono quasi convinto che una della cause delle "disattenzioni" nel postare cose su intenet sia collegata con il punto 2) che vi ho scritto sopra.
Siamo (perchè lo penso anche di me) convinti di essere gli unici a leggere o vedere le cose che mettiamo in quello che sembra un bicchiere d'acqua quando invece è un oceano. Pensiamo che scrivendo un articolo nel nostro blog, avrà lo stesso effetto che scriverlo nel nostro diario che conserviamo sotto al letto... quando invece, dovremmo rendercene conto tutti, in realtà stiamo salendo su un palcoscenico di un teatro zeppo di gente, e ci prepariamo a regalare loro le nostre perle di saggezza.
Come io so che ora sto parlando con te, caro lettore che so che mi leggi. Quando pubblichi qualcosa su internet, cerca di esserne perfettamente sicuro e soprattutto non ti meravigliare delle critiche che riceverai.
Anche perchè quando leggerai il suo commento, non dovrai vergognarti di quello che hai messo accorgendoti solo dopo di non averci pensato, ma dovrai essere in grado di dirgli:
"Io, perlomeno, mi sono messo in gioco... e tu?"
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