Oggi ho messo un po' di ordine nella mia stanza.
Nello specifico, ho cercato di organizzare meglio gli spazi del mio scaffale-libreria per fare posto a cose nuove senza dover per forza buttare via cose vecchie. Già, perchè io non butto via niente, a parte qualche cartaccia senza significato e una gomma pane ammuffita.
Rovistare tra le proprie cose ha un lato negativo e uno positivo: quello negativo è che è una gran rottura e dopo poco senti la polvere che ti riempe le narici e ti costringe agli starnuti-a-raffica. Quello positivo è che guardando nelle cose più vecchie è un po' come scavare negli angoli remoti del proprio inconscio. "Non avevi parlato di un lato positivo?" potrebbe dirmi qualcuno.
Si, lo so, effettivamente esplorare l'inconscio è un'operazione non sempre bella, dato che tutti noi abbiamo brutti ricordi che vogliamo lasciare la dove sono. Ed anche se non sappiamo ciò che potremmo trovare, l'animo umano tende di natura ad evitare di imboccare strade che non conosce... insomma, tutto questo "lato positivo" pochi ce lo vedono.
Ma a parte questa parentesi, guardare tra le vecchie cose in realtà è molto meno doloroso e le uniche cose che si possono trovare sono un po' di vergogna e un po' di rimorsi.
Vergogna, perchè un disegnatore inciampa sempre in un disegno vecchio, molto vecchio, magari in una vecchia storia insulsa nella quale stupidamente credeva (e scordatevi si sapere una parola di più sull'argomento!).
Rimorso, perchè ti ritrovi le vecchie dispense di Storia dell'Arte e pensi che se le avessi studiate come avresti dovuto, avresti evitato quei pietosi silenzi all'esame e avresti qualcosa in più nel tuo bagaglio culturale (non è una conseguenza logica, ma sono ottimista al riguardo).
E mi viene naturale calarmi nei panni del mio insegnante che si incarogniva sul perchè fossi così mediocre, perchè mi ostinassi a non studiare (perchè il problema era quello... io non studiavo, non ero capace...) perchè mi rifiutassi di imparare, che oggi io stesso sono convinto che il Sapere è una delle cose più belle del Mondo.
"E' andata così..." ho pensato "nessun rimorso, nessun rimpianto."
Purtroppo si... "E' andata" si può solo dire, perchè quando sei piccolo non hai la maturità e la consapevolezza necessaria per prendere le decisioni giuste.
Il rapporto professore - studente è complicato, anche perchè il più delle volte sono come dei pezzi sbagliati di un puzzle: semplicemente non si incastrano e c'è poco da fare.
Anche un semplice problema di comunicazione, inteso come "linguaggio" adottato per esprimersi diventa un vero e proprio muro che danneggia sia l'uno che l'altro. Il professore si scazza perchè non si fa capire, il ragazzo si chiude (o si scazza) perchè non capisce. E viceversa.
Poi ti ritrovi dopo anni a fare gli stessi ragionamenti e pensi che quando ti trattavano male tutti i torti non ce li avevano. Forse se avessero detto le cose in un altro modo...
"E' andata così..."
Inutile pensarci col tentativo di modificare il passato o di cancellarlo.
Io personalmente li prendo come lezione personale, come esempio da non imitare. Specifico: non sto dicendo che i miei insegnanti erano un cattivo esempio, ma lo era la situazione che si generava dal nostro rapporto. Quindi, di colpe, ne ho pure io.
"E' andata così..."
Alla fine di tutto questo, quello che rimane è il mio scaffale, il mio contenitore di ricordi.
Ora è più ordinato, ed è pronto ad accogliere nuovi libri ed a conservare le cose più vecchie, che non sono ancora pronto a buttare (e non penso lo sarò ancora per parecchio tempo).
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