mercoledì 1 luglio 2015

Recensioni Spicciole: FIFA 14


Pur piacendomi i videogiochi, mi ritengo un'attento risparmiatore in questo senso.
Certamente, è capitato più di una volta che spendessi qualcosa in più per un titolo che è calato nel corso del tempo, ma non credo di essere presuntuoso nel riconoscere in me una certa "bravura" nel spendere poco in videogames.

E quando, alcuni mesi fa, trovai in offerta a 5 euro FIFA 14, secondo voi non ne ho approfittato?

Eppure... per quanto posso dire di essermi tutto sommato divertito con questo titolo, nella bilancia devo inevitabilmente mettere una serie di problemi che me lo hanno fatto odiare, ma senza per questo farmelo abbandonare.

Continuo imperterrito a dargli una seconda possibilità, e poi una terza, ed una quarta...
Ma se pensate che sia la difficoltà il motivo di tanto infervoro, vi sbagliate di grosso.
Nel suo essere così tanto simulativo, FIFA simula anche il lato peggiore del gioco del calcio.


Con tutte le buone premesse


Non mi ritengo appassionato di calcio nel senso più stretto del termine, ma reputo questo genere un'ottima alternativa per spezzare con generi più complessi che richiedono maggiore attenzione nel seguire, per esempio, una trama.
Nei giochi di calcio hai modo di "spegnere il cervello" per tutta la durata della sessione, e l'unico inconveniente di un'assenza prolungata dai campi virtuali è perdere quel feeling col sistema di controllo.
Mi interessava inoltre provare la modalità FIFA Ultimate Team, una specie di gioco di carte in cui avrei potuto costruirmi la mia squadra virtuale.

Partiamo subito elencandovi i lati positivi di questo FIFA 14:
- Le squadre. Ce ne sono tantissime e tutte fedelmente riprodotte, grazie alle licenze.
- La stessa modalità FUT. Splendida, un gioco a se molto ben confezionato e profondo nella sua semplicità.

A parer mio i pregi sono finiti.
E per voler essere precisi, i pregi finiscono proprio nel momento in cui si calca il manto erboso virtuale.

La principale ragione per cui mentre gioco a FIFA scendono un buon numero di Santi, non è tanto per la difficoltà nel padroneggiare i controlli, ma di come ogni partita sia "pilotata" dalla cpu, che ne altera l'andamento e quindi il risultato.
Magari sarà anche per via del mio essere dilettante, ma non è possibile assistere a partite in cui giocatori che prima si scambiavano passaggi veloci ed in maniera millimetrica, in quella successiva diventano lenti, non passano ne tirano quando glielo dici, e commettono errori imbarazzanti.

Fu proprio pochi giorni fa che durante un contropiede avversario, l'unico difensore in grado di marcare subì una sorta di rincoglionimento improvviso, lasciando la propria posizione e favorendo così l'avanzata dell'attaccante avversario, che ha battuto quasi indisturbato il portiere.
Quella era una di quelle partite che ci sarebbe stata bene l'apparizione di un'omino che ti dice, prima del fischio d'inizio:
"Tu questa partita non la vinci. Puoi fare quello che vuoi, anche schierare Mazinga in attacco. Ma non vincerai. Punto."

Ed infatti i miei attacchi erano innocui, i miei giocatori pigri e titubanti come se fossero in preda a disordini intestinali, e quando finalmente riuscivo ad indirizzare la palla verso lo specchio della porta, o beccavo un palo, o una traversa, o semplicemente finiva fuori.
A prescindere dalla distanza da cui tiravo.

E siccome FIFA se deve fare delle differenze le fa per bene, il mio avversario tirava dei missili da fuori area che si insaccavano senza problemi sotto l'incrocio dei pali.
E tutta questa "soggettività" nella gestione delle partite avveniva a prescindere dal livello di abilità della squadra.


Stupidià artificiale


A volte penso quasi che chi ha programmato FIFA abbia usato un metodo "alternativo" per modellare l'intelligenza dei giocatori.
Da come si comportano infatti, sembra che siano partiti da un modello di "giocatore perfetto", un mostro che tira e fa goal ad occhi chiusi, pallone incollato ai piedi in un dribbling e precisione inumana nei passaggi. Da questo, immaginate di "togliere" mano a mano "pezzi di abilità" per renderlo progressivamente più incapace.

Tutto questo si traduce in campo con una palpabile impressione di avere spesso dei giocatori inadeguati, che non rispondono correttamente ai comandi, e che quindi rendono l'esperienza di gioco faticosa e frustrante. E gli avversari non sembrano "più forti" ma "meno scarsi".
E' ovvio che all'inizio di una carriera ci si ritrovi un giocatore meno abile e quindi "scarso". Ma, per fare un esempio, con FIFA 11 (l'ultimo che avevo giocato prima di questo) avvertivo meno questa sensazione. O meglio, era più "facile" per me sopperire alle carenze individuali sforzandomi di costruire meglio l'azione (qualcuno da detto gioco-di-squadra?).

Ma come al solito, tutte queste congetture su statistiche e abilità basate su modelli matematici vanno a farsi friggere quando il programma si mette di traverso. Lo script o il famigerato momentum, come si dice in gergo.

Per la gioia di non so chi, potrebbe succedere che, a seconda del numero di vittorie / sconfitte nel corso del campionato, capiti che anche la squadra di campioni "debba" perdere, a prescindere da chi incontra.
E magari incontra me, giocatore medio che ha la squadra media.
E vi giuro, non sto scherzando, mi è capitato di vincere con squadre molto più forti. Semplicemente perchè il gioco ha stabilito così.

Ma non vi nascondo che l'odio più profondo capita quando perdo contro squadre molto più deboli.
Mi sbatto per schierare giocatori decenti, che abbiano discreta abilità ma che abbiano grande intesa tra loro. L'intesa, questo parametro che secondo le regole dovrebbe migliorare la performance della squadra in campo.

Avvio una nuova partita, magari una di quelle che in caso di vittoria mi farebbe stare tranquillo per un'eventuale promozione nella divisione maggiore, e mi capita una squadra con giocatori scarsi, messi in campo senza rispettare neanche i ruoli stabiliti, e con poca intesa.
Insomma, una specie di Armata Brancaleone.

"Sembra fatta", direte voi, e invece NO! In quel momento arriva la lunga mano artigliata di FIFA, meglio rappresentabile, visti gli effetti, con la Nuvola di Fantozzi, che ribalta i pronostici.

Le mie partite sono un continuo inveire contro i miei giocatori. Quasi sempre chiudo un risultato con nervosismo, e si contano sulle dita di una mano quelle partite belle e piacevoli, in cui si è lottato ad armi pari divertendosi e magari perdendo, ma con la consapevolezza che hai fatto quello che potevi.

Invece FIFA genera astio, astio che si ripercuote sugli utenti.
Ed ecco un'altro grande difetto di FIFA, su cui EA poco può farci, ma che indirettamente ha provocato.


Sportività, questa sconosciuta


A nessuno piace perdere.
"L'importante è partecipare", ma se vinco è meglio.

Ma detesto gli utenti che abbandonano il match appena passi in vantaggio (male minore, ma mi da comunque fastidio), e quelli che mettono in pausa volutamente il gioco sperando di distrarti spezzando il ritmo dell'azione.
Altri ti sbeffeggiano dopo un risultato imbarazzante, quasi tennistico, tentando improbabili galoppate col portiere per vedere che cosa fai.
Altri ancora non si fanno problemi ad avere una condotta molto aggressiva, e non vengono neppure sanzionati dall'arbitro perchè è capitato quello permissivo.
Ricordo ancora quella volta che ho fatto due "contatti" involontari (non ero intervenuto direttamente in scivolata), e siccome l'arbitro era il fratello cattivo del sergente Hartman, li ha giudicati fallosi ed ha espulso il giocatore con il doppio giallo.
Non era neppure finito il primo tempo mi sembra.

Che dire quindi... dobbiamo dire grazie.
Grazie a FIFA che ha creato il vero simulatore calcistico, in cui conta molto di più il culo della bravura, in cui è permesso fare tranelli psicologici tra i giocatori, in cui si può addirittura ostacolare il giocatore avversario per non farlo arrivare alla palla.
Metteteci pure le gomitate e i morsi, già che ci siete.

Grazie che creerai ancora più spaccatura tra i fanboy sfegatati che diventeranno gli Ultrà della console, ed allontanerai ancora di più i meno avvezzi che potrebbero invece avvicinarsi al calcio "vero", quello pulito, fatto di regole, di schemi, di spettacolo e di soddisfazione quando dopo una lunga manovra riesci a scardinare la difesa avversaria e fai goal.

Che belli i tempi dei primi Pro Evolution Soccer, quando ancora si chiamava ISS, in cui ogni partita era una specie di grosso rompicapo, e quando, dopo tanto tempo, capivi come si giocava e riuscivi buttarla dentro la rete esultavi davvero.
Era faticoso, ma che soddisfazione.

E quindi concludo qui questa Recensione Spicciola che è più uno sfogo.
Perchè quello che odio più di tutti è un gioco che non mi diverte.

Nessun commento: